martedì 28 luglio 2015

Salsiccia pugliese








Profumi e Sapori di Puglia
La Salsiccia Pugliese è un salume ottenuto dalla lavorazione delle parti magre e grasse del maiale. Dopo essere state finemente macinate e conciate con sale, pepe e semi di finocchio, le carni vengono amalgamate e insaccate in budello di maiale. Segue una breve affumicatura e infine la stagionatura della durata di circa un mese, quindi la salsiccia viene conservata coperta di strutto all’interno di recipienti. La Salsiccia Pugliese si presenta di colore rosso più o meno intenso, inframmezzato da aree bianche costituite dalle parti grasse, con pelle sottile e impasto interno compatto. Il profumo è definito da sentori affumicati, di spezie e aromi; il sapore è sapido e speziato, leggermente affumicato, talvolta pungente.



Stracciatella di bufala




La stracciatella di bufala è un formaggio o latticino preparato con latte bufalino: è tipicamente realizzato in Italia, nella provincia di Foggia. Si tratta di un formaggio fresco, di colore bianco, fatto di panna e pezzi di pasta filata.
Benché realizzato nel corso di tutto l'anno, si ritiene che la lavorazione raggiunga la qualità migliore nei mesi primaverili ed estivi.

giovedì 23 luglio 2015

Pesto con pomodori secchi bio








Il pesto di pomodori secchi alla pugliese, condimento saporito ideale per arricchire primi piatti, si presta anche alla preparazione di antipasti irresistibili

venerdì 17 luglio 2015

Vacanze in Puglia

  




Agricoltura biologica

 

Il termine biologico si riferisce innanzitutto alle pratiche agricole. Il termine "agricoltura biologica" indica un metodo di coltivazione e di allevamento che ammette solo l'impiego di sostanze naturali, presenti cioè in natura, escludendo l'utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi) e di organismi geneticamente modificati (OGM). L'agricoltura biologica è un tipo di agricoltura che considera l'intero ecosistema agricolo, sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati, promuove la biodiversità dell'ambiente in cui opera. Agricoltura biologica significa quindi sviluppare un modello di produzione che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell'acqua e dell'aria, utilizzando invece tali risorse all’interno di un modello di sviluppo che possa durare nel tempo, proprio perché limita l'impatto sull'ecosistema. La filosofia dietro a questo diverso modo di coltivare le piante e allevare gli animali non è solamente legata all'intenzione di offrire prodotti senza residui di fitofarmaci o concimi chimici di sintesi, ma anche (se non di più) alla fondata volontà di non creare impatti negativi sull'ambiente a livello di inquinamento di acque, terreni e aria. Per salvaguardare la fertilità naturale di un terreno gli agricoltori biologici utilizzano materiale organico e, ricorrendo ad appropriate tecniche agricole, non lo sfruttano in modo intensivo. La differenza sostanziale tra agricoltura biologica e convenzionale consiste quindi nel livello di energia ausiliaria introdotto nell'agrosistema: nell'agricoltura convenzionale si impiega un notevole quantitativo di energia ausiliaria proveniente da processi industriali (industria chimica, estrattiva, meccanica, ecc.); al contrario, l'agricoltura biologica, pur essendo in parte basata su energia ausiliare proveniente dall'industria estrattiva e meccanica, reimpiega la materia principalmente sotto forma organica. Nella pratica biologica sono centrali soprattutto gli aspetti agronomici: la fertilità del terreno viene salvaguardata mediante l'utilizzo di fertilizzanti organici, la pratica delle rotazioni colturali e lavorazioni attente al mantenimento (o, possibilmente, al miglioramento) della struttura del suolo e della percentuale di sostanza organica; la lotta alle avversità delle piante è consentita solamente con preparati vegetali, minerali e animali che non siano di sintesi chimica (tranne alcuni prodotti considerati "tradizionali") e privilegiando la lotta biologica. Per quanto riguarda i sistemi di allevamento, si pone la massima attenzione al benessere degli animali, che si nutrono di erba e foraggio biologico e non assumono antibiotici, ormoni o altre sostanze che stimolino artificialmente la crescita e la produzione di latte. Inoltre, nelle aziende agricole devono esserci ampi spazi perché gli animali possano muoversi e pascolare liberamente. Sono evitate tecniche di forzatura della crescita e sono proibiti alcuni metodi industriali di gestione dell'allevamento, mentre per la cure delle eventuali malattie si utilizzano rimedi omeopatici e fitoterapici limitando i medicinali allopatici ai casi previsti dai regolamenti.

giovedì 16 luglio 2015

Turcinieddi (o marretti, gnummareddi): come prepararli in casa

Turcinieddi (o marretti, gnummareddi): come prepararli in casa

turcinieddhi
C’è chi li chiama turcinieddi (Brindisi), chi nghiemeridde (Bari), chi ancora marretti (Ostuni), o ‘mboti (Gallipoli). In qualsiasi modo li si voglia denominare, questi deliziosi involtini di interiora (fegato, polmone e rognone in budella) variamente strette all’interno del budello di capretti o di agnelli e arricchiti con foglie intere di prezzemolo, rappresentano uno dei piatti forti della cucina regionale pugliese. E spopolano in svariate sagre, trattorie e arrosterie della regione, sconfinando anche in Molise e Lucania.
Nonostante in Puglia sia davvero difficile trovare una macelleria priva di turcinieddi al proprio biancone, è nostra missione qui dare indicazioni per preparare in casa queste prelibatezze di carne, a beneficio degli amanti del fai-da-te e di coloro che sono lontani.
Per prima cosa, occorre scegliere in macelleria delle frattaglie di agnello o capretto giovane, che andremo a lavare e a tagliare in senso longitudinale. Per quanto riguarda le budelline, andremo ad aprirle e a lavarle sotto acqua corrente, prima di passarle in acqua salata e, quindi, in un contenitore con acqua e succo di limone. A questo punto, bisogna porzionare in piccoli pezzi le frattaglie miste (fegato, cuore, milza, polmone) e aromatizzare il tutto con prezzemolo, sale e pepe. Non resta ora che avvolgere parte di questi pezzi con la membrana delle budelline e legare il nostro piccolo composto con porzioni di intestino, fino a ottenere quasi dei cilindri, di un paio di centimetri di diametro e di poco meno di 10 cm di lunghezza. I turcinieddi sono, dunque, belli e fatti.
L’ideale sarebbe cuocerli alla griglia, magari con foglie d’alloro o con la ramagghia, ovvero il fogliame di ulivi derivato dalla potatura e poi essiccato. In alternativa, li si può gustare anche cotti al forno in un tegame con delle buone patate novelle.
Buon appetito!
fonte ilricettariodibengodi.wordpress.com/2015/07/15/turcinieddi-o-marretti-gnummareddi-come-prepararli-in-casa/

sabato 11 luglio 2015

Pasta artigianale biologica trafilata al bronzo a lenta essiccazione 38° per 24/30 ore

Pasta artigianale biologica trafilata al bronzo a lenta essiccazione 38° per 24/30 ore

Profumi e Sapori di Puglia


Nero di Troia


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Nero di Troia IGT (Profumi e Sapori di Puglia)
E' un vino ottenuto dalla varietà "Nero di Troia"
Autoctona ed ormai rara uva,originaria dalla sto-
rica città di Troia.
Un vino importante dal colore rosso rubino, ten-
dente ad assumere con l'invecchiamento rifles-
si arancioni.
dal profumo fruttato,intenso epersistente,dal
gusto rotondo ed equilibratamente tannico.
E' adatto ad accompagnare l'intero pasto