Dr. Joseph Mercola
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Nell’intervista di Bannons War Room alla fine dell’articolo, il Dr. Robert Malone, inventore della tecnologia alla base dei vaccini a mRNA e DNA [1] fa il punto su ciò che sappiamo finora sulla cosiddetta variante Omicron del SARS-CoV-2.
Come notato da Malone, l’ultimo clamore mediatico, in realtà, era iniziato con la notizia che l’Africa ha percentuali di casi molto più ridotte rispetto al resto del mondo, nonostante un tasso di vaccinazione COVID relativamente basso. A questo avevano fatto seguito notizie sulla stampa locale secondo cui il Sudafrica stava chiedendo a Pfizer di bloccare le sue spedizioni di vaccini, poiché ne avevano ancora in abbondanza e la maggior parte degli adulti si rifiutava di assumerli.
Il giorno dopo “era improvvisamente scoppiata una enorme confusione su questo nuovo ceppo di virus, con la stampa che annunciava la sua fuoriuscita dal Sud Africa,” dice Malone. Il Regno Unito aveva risposto quasi immediatamente chiudendo le frontiere alla maggior parte dei viaggiatori provenienti dal Sudafrica.
Secondo i rapporti dei media, la variante Omicron sarebbe stata scoperta in Botswana in quattro individui completamente “vaccinati.” In Sudafrica i medici hanno risposto che, anche in presenza di questa nuova variante, non stanno riscontrando patologie significative derivanti da essa. Tutti i casi finora riportati sono lievi e nessuno ha richiesto l’ospedalizzazione.
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In rapida successione, sui media sono usciti articoli secondo cui il virus si sarebbe evoluto in un malato di AIDS e sembrerebbe diffondersi molto più facilmente delle varianti precedenti. Gli appelli alla preoccupazione e alla necessità di nuove restrizioni hanno inondato l’etere. Come notato da Malone, la stampa ha parlato di “tutto tranne che dell’ovvio, cioè che questo è un mutante sfuggito al ‘vaccino.'”
Infatti, la variante sembra essere assai resistente ai vaccini COVID e questa è una indicazione che il virus è mutato nell’organismo di uno o più individui già vaccinati per la COVID, non in qualcuno che non aveva anticorpi in grado di attaccarlo.
Ricordate, i virus mutano principalmente in risposta a risposte immunitarie insufficienti. Eppure tra le prime raccomandazioni dei soloni incaricati delle risposte COVID c’era quella di promuovere i richiami dei vaccini COVID, il che è tanto irrazionale quanto non scientifico.
“I richiami sono un modo perfetto per condizionare il nostro sistema immunitario a renderci MENO capaci di rispondere a questa nuova variante,” spiega Malone. “È come somministrare a tutti un vaccino antinfluenzale di tre stagioni fa e aspettarsi che sia efficace contro i ceppi influenzali attuali.”
Omicron è un’altra creazione di laboratorio?
Per quanto riguarda la natura e l’origine di Omicron, Malone dice:
“Ha il segno distintivo di un agente virale sottoposto ad una stretta selezione genetica evolutiva per sfuggire alle risposte ‘vaccinali’ nei confronti del dominio di legame del recettore. Le domande da farsi in questo momento sono: perché questo è così diverso dagli altri ceppi che vengono monitorati, perchè deriva da un piccolo ramo evolutivo separato, come è successo? Perché è saltato fuori all’improvviso con tutte queste nuove mutazioni?”
La stampa mainstream sta spingendo la narrativa secondo cui le mutazioni di Omicron sarebbero dovute al basso tasso di vaccinazione COVID in Sudafrica, forse in combinazione con la sua mutazione nell’organismo di qualche malato di AIDS. La soluzione, ci viene detto, è di vaccinare a tappeto tutta l’Africa, anche se il continente gode di un tasso di casi e di mortalità incredibilmente basso anche senza queste iniezioni. Quindi, chiaramente, questa narrativa sta cercando di raggiungere un fine che, semplicemente, non è sostenuto dai dati del mondo reale.
A parte indurre il Sudafrica a richiedere più vaccini COVID, un’altra possibile motivazione di questa narrativa potrebbe essere il voler nascondere che si tratta di un altro virus creato in laboratorio. Come notato da Malone, c’è “l’incombente possibilità che anche questo virus possa essere stato in qualche modo ingegnerizzato.”
Si dice che Omicron differisca, in totale, di circa 50 mutazioni dal ceppo originale Alpha, molte delle quali gli permettono di aggirare proprio le difese anticorpali indotte dai vaccini COVID.
Anche se Malone ammette di non aver seguito da vicino le mutazioni del virus e di non essere qualificato per speculare sulla sua evoluzione, sottolinea che c’è un gruppo di esperti che crede che possa aver subito modifiche di laboratorio perché, geneticamente, “non sembra far parte del classico processo evolutivo che stiamo vedendo in molti altri ceppi.”
Fino a quando non troveremo una prova conclusiva sulla sua origine, dobbiamo tenere aperte tutte le opzioni, dice Malone, e questo include la possibilità che Omicron sia stato sintetizzato in un laboratorio partendo da un ceppo precedente.
I casi di Omicron raddoppiano in meno di cinque giorni
Finora, sappiamo poco di Omicron, proprio come era successo con il virus originale SARS-CoV-2 quando era apparso per la prima volta. Quello che sappiamo è che Omicron sembra essere molto contagioso, con un tempo medio di raddoppio di 4,8 giorni e con notevoli capacità di evasione dal “vaccino” [2].
Secondo l’Economist [3], che cita i dati dell’Istituto nazionale sudafricano per le malattie trasmissibili, in Sudafrica, a partire dalla prima settimana di dicembre 2021, Omicron “sembra aver rapidamente superato Delta,” visto che è responsabile di quasi tutti i casi positivi.
Omicron è una grande stranezza
Una caratteristica particolarmente strana di Omicron è che le sequenze geniche più vicine risalgono alla metà del 2020. Non sembra appartenere a nessuno dei rami evolutivi emersi da allora. Come ha notato il professor Trevor Bedford, un virologo computazionale intervistato dalla NPR, “Questo è un evento molto raro” [4].
Su Twitter, un utente che si fa chiamare Chief Nerd, ha postato un grafico in time-lapse [5] da lui creato che illustra l’epidemiologia genomica del SARS-CoV-2, dal ceppo originale ad oggi, utilizzando i dati di nextstrain.org [6].
È un’ottima illustrazione di quanto sia strana e innaturale la comparsa di Omicron. Mentre il time-lapse si avvicina alla fine del 2021, improvvisamente appare Omicron, che emerge come una linea retta da un ceppo risalente alla metà del 2020, senza alcuna somiglianza con nessuno degli altri ceppi.
In natura non c’è alcun precedente per una stranezza del genere. Tuttavia esistono precedenti di pandemie fuoriuscite da un laboratorio, come l’influenza russa del 1977, causata da un ceppo di influenza H1N1 che assomigliava molto ad un ceppo in circolazione tra il 1946 e il 1957. C’erano state voci persistenti che l’influenza russa avrebbe potuto essere stata il risultato di una contaminazione dal test in vivo di un vaccino [7].
Omicron, conosciuto anche con la denominazione B.1.1.529., ha un rapporto di mutazioni non sinonime/sinonime di 25/1. Secondo il biologo molecolare e genetista del cancro Philip Buckhaults, Ph.D. [8], Omicron ha 25 mutazioni non sinonime e solo una mutazione sinonima rispetto al suo antenato comune più recente, AV.1. Se fosse un evento naturale, questo rapporto dovrebbe essere tra 25/50 e 25/100.
Tre ipotesi sull’origine di Omicron
I ricercatori hanno cercato di spiegare questo fenomeno in diversi di modi. Bedford ha suggerito che il ceppo della metà del 2020 potrebbe aver infettato ed essersi evoluto all’interno di una popolazione animale sconosciuta prima di riversarsi nella popolazione umana.
In ogni caso, è uno scenario improbabile, sostiene Bedford, perché nel genoma virale dovrebbero esserci tracce di materiale genetico animale e non ne stiamo vedendo. Al contrario, ci sono inserzioni di RNA umano, il che suggerisce un ospite umano.
Un’altra ipotesi è la cosiddetta “diffusione criptica” in una regione non monitorata. In altre parole, il ceppo della metà del 2020 potrebbe aver circolato in una zona dove i test e il monitoraggio dei casi erano bassi o assenti, permettendogli di evolversi sotto il radar, fino a diventare abbastanza trasmissibile da diffondersi in regioni più monitorate.
Ahimè, Bedford trova difetti anche in questa spiegazione, “perché sembrerebbe che, mentre [questo ceppo del virus] era sulla strada per diventare Omicron e diventare un virus abbastanza trasmissibile, [le versioni precedenti] avrebbero dovuto diffondersi più ampiamente prima di adesso” [9].
Una terza versione ipotizza l’incubazione in un paziente immunocompromesso, come un malato di AIDS. Se il sistema immunitario del paziente fosse stato abbastanza robusto da prevenire la morte, ma non la completa eliminazione, il virus potrebbe aver persistito per molti mesi, mutando lentamente nel tempo.
Il punto cruciale qui è che il virus avrebbe dovuto diffondersi partendo da quella [ipotetica] persona. Perché c’è voluto più di un anno perché venisse, alla fine, trasmesso? Avrebbero dovuto emergere varianti intermedie, ma non è successo. È emerso all’improvviso, con dozzine di mutazioni già in loco, una cosa che non ha precedenti.
Bedford ha detto a NPR [10]: “Questa è una buona domanda ed è legittima. Non ho una risposta pronta, oltre all’opera del caso.” Nonostante la mancanza di risposte plausibili, Bedford crede che questo scenario possa essere il più probabile.
Due elefanti nella stanza – Le ipotesi mancanti
Naturalmente, tornando all’osservazione di Malone, ciò che manca in questo elenco di ipotesi è la più ovvia, cioè che il virus sia mutato in risposta alla pressione delle diffuse iniezioni di vaccini COVID. Manca anche l’ipotesi che Omicron sia stato manipolato geneticamente da un ceppo risalente alla metà del 2020 e che, in un modo o nell’altro, sia entrato in circolazione.
Irrazionalmente, Bedford ed altri stanno ora sottolineando l’importanza di intensificare il trattamento dell’HIV per evitare che si verifichino mutazioni in individui non trattati con una bassa funzione immunitaria, piuttosto che valutare in modo serio l’ipotesi di come la campagna di “vaccinazione” di massa stia guidando l’evoluzione di questo virus e sottoponga gli individui vaccinati per la COVID ad un rischio sempre maggiore di infezioni gravi.
Al momento, una delle teorie più plausibili sembra essere che gli scienziati abbiano permesso ad una prima variante del SARS-CoV-2 di costruirsi una resistenza anticorpale, possibilmente facendola passare attraverso linee cellulari umane o umanizzate in presenza di plasma convalescente.
Un laboratorio in Sudafrica ha fatto esperimenti sul SARS-CoV-2
Se Omicron è un’altro prodotto di laboratorio, quale potrebbe essere la struttura responsabile della sua creazione? Alcuni investigatori su internet hanno puntato il dito contro il laboratorio di biosicurezza di livello 3 (BSL3) di Durban, in Sudafrica, dove si era svolta una ricerca sul SARS-CoV-2.
Un documento intitolato “Escape of SARS-CoV-2 50IY.V2 from Neutralization by Convalescent Plasma” [11] era stato pubblicato sulla rivista Nature alla fine di marzo 2021. Questo sembra essere proprio il tipo di ricerca che avrebbe potuto allenare il virus ad eludere gli anticorpi per la COVID.
La ricerca, finanziata dalla Bill & Melinda Gates Foundation, era stata condotta da un gruppo di ricercatori, la maggior parte provenienti dal Sudafrica, ma anche da un Americano e da diversi altri con credenziali di ricerca sia in Sudafrica che in strutture di ricerca tedesche, inglesi e americane. Gli affiliati elencati includono diversi centri di ricerca in Sudafrica, così come istituti di ricerca in Israele, Regno Unito, Stati Uniti, Germania e Brasile.
In una serie di post su Twitter del 3 dicembre 2021 [12], Yuri Deigin, uno sviluppatore di farmaci e imprenditore biotecnologico, sottolinea che la prima apparizione di Omicron si era verificata a Durban, dove si trova il laboratorio BSL3 e dove era stato condotto quello studio.
Per ora, la teoria della fuga di Omicron dal laboratorio è ancora molto tenue, ma se la storia recente ci insegna qualcosa, dovremo iniziare a vedere discussioni più ampie e revisioni delle prove man mano che andremo avanti.
Come notato in un editoriale del New York Post del 10 ottobre 2021 [13], la teoria della fuga dal laboratorio, riferita al virus originale SARS-CoV-2, “è ora quasi certamente dimostrata” e, secondo David Martin, Ph.D., provata oltre ogni dubbio sulla base della traccia del brevetto [sul SARS-CoV], che risale a due decenni fa [14], ma c’è voluto oltre un anno e mezzo per arrivare a questo punto.
Mentre la questione dell’origine di Omicron è destinata a crescere, la nostra paura di questa variante non deve farlo. Finora, tutte le indicazioni sono che Omicron è tra le varianti più lievi, molto infettiva e con una rapida diffusione, ma assai lieve in termini di sintomatologia.
Dr. Joseph Mercola
Riferimenti:
- 1 Trial Site News May 30, 2021
- 2 Twitter Billy Bostickson November 27, 2021
- 3 Economist December 7, 2021
- 4, 9, 10 NPR December 1, 2021
- 5 Twitter Chief Nerd December 2, 2021
- 6 Nextstrain.org
- 7 The Print June 3, 2021
- 8 Twitter Dr. Buckhaults November 30, 2021
- 11 Nature March 29, 2021; 593: 142-146
- 12 Twitter Yuri Deigin December 3, 2021
- 13 New York Post October 10, 2021
- 14 The Fauci/COVID-19 Dossier by David E. Martin (PDF)
Fonte: articles.mercola.com
14.12.2021
Link al testo originale in PDF: omicron-lab-leak-pdf
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
https://comedonchisciotte.org/omicron-e-forse-unaltro-prodotto-di-laboratorio/
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