domenica 5 marzo 2017

SIPONTO, NECROPOLI CAPPARELLI ( IV - V sec d.C.)

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SIPONTO, NECROPOLI CAPPARELLI ( IV - V sec d.C.)
Sull’antica via che da Arpi conduceva a Siponto, a poca distanza dalla romanica basilica di Santa Maria, in località Capparelli, si estende la necropoli rupestre paleocristiana, la più estesa e monumentale del Gargano. In quest’area di alcuni ettari, l’archeologo Silvio Ferri, scopritore delle famose “Stele Daunie”, riconosceva, nonostante le numerose trasformazioni subite nel tempo, la “Siponto grotticola”.
Il sito è segnalato per la prima volta come “grotte di Siponto” nella Platea della mensa arcivescovile sipontina del XVI secolo. Un primo rilievo topografico dell’intero complesso fu effettuato dallo studioso tedesco Keyserlingk negli anni ‘60 del secolo scorso, seguito, nel ’70, dal prof. Cristanziano Serrecchio, il quale eseguì la ricostruzione planimetrica di sei ipogei. Agli inizi degli anni ’90, il CentroRegionale Servizi Educativi e Culturali Manfredonia – FG 29, operò una ricognizione fotografica delle necropoli, degli eremi e delle chiese rupestri del Gargano meridionale (Manfredonia, Monte sant’Angelo e Mattinata), presentando cinque ipogei del sito Capparelli.
Tutti gli studi concordano sul fatto che la vasta zona cimiteriale ipogeica fu utilizzata già in epoca preromana e romana, adattandola di volta in volta fino a subire un notevole allargamento nel periodo paleocristiano (sec. IV –V d. C.). Si pensa, infatti, che i cristiani di Siponto, fin da quando la nuova fede approdò sul suo litoraneo, abbiano utilizzato come a Canosa, a Roma, a Napoli, la zona sepolcrale pagana preesistente, ampliandola e scavando nuove tombe sub divo.
Si fa osservare che, i due ampi piazzali intercomunicanti tra loro e antistanti ai vari ipogei sono la conseguenza dell’apertura di cave di tufi realizzate dal ‘700 in poi, pertanto si esclude una loro specifica funzione a scopo di culto esterno.
(fonti: Orlando Giuffreda )
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