La Daunia (in greco Δαυνία) è una subregione geografico-culturale della Puglia settentrionale corrispondente pressoché all'attuale Provincia di Foggia, di cui diviene denominazione non ufficiale. Comprendeva l'intero Tavoliere delle Puglie, il Gargano ed il Subappennino Dauno oltre ad alcuni altri centri attualmente all'interno dei confini di Basilicata, Molise e Provincia di Barletta-Andria-Trani. Oggi confina con la parte sud-orientale del Molise e con la porzione irpina della provincia di Benevento. Anticamente, insieme alla Peucezia e alla Messapia, costituiva la Japigia o Apulia.
Le fonti antiche (Erodoto, Tucidide, Polibio, Varrone, Festo, Plinio il Vecchioe Nicandro) parlano della suddivisione della Puglia in Daunia, Peucezia e Messapia come effetto dell'insediamento degli Iapigi, mescolanza di Cretesi e Illiri, che avrebbero scacciato gli Ausoni (che, insieme con Sabini, Lucani, Peligni, Bruzi, Campani, Equi e Sanniti, abitavano il Meridione).
A causa della sua posizione eccentrica rispetto alle colonie greche e differenziata dalle altre due regioni degliIapigi, la Daunia subì gli influssi della civiltà greca e della Magna Grecia solo a partire dalla fine del V e dall'inizio del IV secolo a.C.[2] L'ellenizzazione della Daunia fu accentuata da Alessandro il Molosso durante la sua permanenza in Italia.[3] Dopo la sconfitta di Alessandro il Molosso la Daunia subì una profonda oscizzazione ad opera dei Sanniti che scendevano dall'Appennino, tanto che una parte della regione perse buona parte della precedente cultura iapigia.[4] Infine influssi dalla Campania sono visibili dopo la penetrazione romana nella regione a partire dal 327.[5] Nonostante tutto, o forse proprio a causa di questi molteplici contatti, la Daunia riuscì a sviluppare una ricca cultura peculiare.
Reperti archeologici
Tra i reperti più significativi spiccano, oltre la ceramica subgeometrica, tipica di questa civiltà, senz'altro le famose stele daunie, lastre funebri antropomorfe scolpite dell'VIII- VI secolo a.C., trovate nella piana sud di Siponto, ad Arpi, Herdonia e negli altri maggiori centri Dauni dal Gargano al Subappennino, ed oggi conservate per lo più nel Museo nazionale di Manfredonia. Rappresentano i defunti, fortemente stilizzati ed erano infisse verticalmente nel terreno, in corrispondenza delle sepolture di coloro che raffiguravano. Tra i simboli scolpiti sulle stele ricorre significativamente la svastica e il fiore della vita.
Tra gli altri reperti di rilievo è doveroso citare anche il Trapezophoros di Ascoli Satriano, una famosa scultura senza precedenti analoghi, in marmo policromo, raffigurante due grifoni che sbranano una cerva, esposta anche presso il Padiglione Italia durante l'Expo 2015[6].
Popolazione
I principali centri dauni erano Tiati (presso San Paolo di Civitate), Uria (presso il Lago di Varano), Casone (presso San Severo), Lucera, Merinum (Vieste), Monte Saraceno (presso Mattinata), Siponto ( presso attuale Manfredonia), Coppa Nevigata, Cupola, Salapia (parzialmente in agro di Cerignola e Manfredonia), Arpi oArgyrippa o Argos Hippium (presso Foggia), Aecae (presso Troia), Vibinum (Bovino), Castelluccio dei Sauri, Herdonia (Ordona), Ausculum (Ascoli Satriano), Ripalta (presso Cerignola),Canusium (Canosa), Melfi, Forentum (Lavello) e Venusia (Venosa).
Daunia Arpitana o Francoprovenzale
Per Daunia Arpitana s'intende quell'isola linguistica della Daunia corrispondente ai comuni di Faeto e Celle di San Vito, due località che conservano lingua ecultura francoprovenzale, ivi importate dai gruppi insediati sul territorio in età angioina da Carlo I d'Angiò, al fine di ripopolare alcune zone del Subappennino Dauno, tra le quali anche Lucera (sede di una colonia saracena dai tempi di Federico II di Svevia, distrutta nei primi anni del XIV secolo), dopo aver fiaccato le ultime sacche di resistenza filo-sveva.
fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Daunia
Nessun commento:
Posta un commento