Produrre olio extravergine d’oliva da olive ottenute da agricoltura biologica richiede l’attenersi a un rigido disciplinare. Solo così il produttore di olio biologico può assicurarvi un olio extravergine di oliva davvero biologico.
Innanzitutto, per ottenere un olio biologico “certificabile” è indispensabile che le olive siano provenienti da oliveti biologici o, in alternativa, da oliveti biologici certificati “in conversione”. La dicitura in conversione si ha quando l’azienda opera secondo il metodo dell’agricoltura biologica da meno di tre anni; in tal caso si otterrà un olio “in conversione”, particolare non trascurato in etichetta.
Anche durante la raccolta delle olive provenienti da agricoltura biologica, bisogna avere maggiori cure e attenzioni. E’ importante che i vari procedimenti di raccolta non vadano a comprometterne la qualità. In particolare, è importante che le olive vengano trasportate prontamente in frantoio, così da evitare l’avvio di fermentazioni non controllate, spesso responsabili della spiccata acidità dell’olio extravergine d’oliva.
Per ottenere un ottimo olio extravergine d’oliva è necessario che il produttore d’olio biologico provveda alla defogliazione e al lavaggio delle olive con macchine in acciaio inox, l’unico materiale che non rilascia cessioni.
Anche tutte le altre fasi - dalla molitura all’estrazione dell’olio - devono essere effettuate con macchinari costruiti con materiali che non possano dare cessioni. In più, gli impianti devono essere adibiti esclusivamente alla lavorazione di prodotti provenienti da agricoltura biologica e, nel caso in cui l’impianto per la lavorazione di prodotti da “agricoltura convenzionale” sia lo stesso, è necessario che sia ben lavato con acqua calda e prodotti appropriati, così da evitare contaminazioni o commistioni.
Il produttore di olio biologico deve essere attento anche allo stoccaggio dell’olio extravergine d’oliva biologico, che può essere conservato solo in contenitori di acciaio inossidabile o in bottiglie di vetro scuro che non favoriscano il contatto con la luce o con altri fattori che ne potrebbero alterare le caratteristiche nutrive e organolettiche.
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